Milano Finanza

Bankitalia commissaria la Banca Popolare di Spoleto

07 Settembre 2022

di Valentina Sorrenti

Milano Finanza

Il ministro dell’Economia e delle Finanze ha disposto, su proposta di Banca d’Italia, lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo della banca. Il titolo è sospeso dalle negoziazioni già da inizio seduta. La banca è stata nei mesi scorsi al centro di una controversia tra i due maggiori azionisti, la Spoleto credito servizi (51%) e Monte dei Paschi (26%)

 

La Banca Popolare di Spoleto è in amministrazione straordinaria. Il ministro dell’Economia e delle Finanze ha infatti disposto, su proposta di Banca d’Italia, lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo dell’istituto. In attesa di un comunicato, che si è infine rivelato un commissariamento, il titolo della banca, sospeso dalle negoziazioni da inizio seduta, è rimasto in pre-asta fino alle ore 15 e al momento non riesce ad aprire (calo teorico superiore al 7%).

“In attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni che hanno portato a tale decisione esprimo la preoccupazione dell’amministrazione comunale per le sorti di un istituto fondamentale per il nostro tessuto economico e la speranza che la situazione possa chiarirsi e risolversi nel migliore dei modi”, ha commentato preoccupato il sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti.

La proposta di commissariamento è stata formulata a seguito delle negative risultanze degli accertamenti ispettivi condotti dall’istituto. Con provvedimento della Banca d’Italia dell’8 febbraio scorso, sono stati nominati gli organi straordinari: Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro, Nicola Stabile, quali Commissari straordinari, e Silvano Corbella, Giovanni Domenichini, Giuliana Scognamiglio, quali Componenti del Comitato di Sorveglianza.

Gli organi straordinari operano sotto la supervisione della Banca d’Italia e adotteranno tutte le misure necessarie a garantire la regolarizzazione dell’attività aziendale nonché la piena tutela dei diritti dei depositanti e dei creditori sociali. La clientela potrà quindi continuare a rivolgersi agli sportelli della banca, che prosegue regolarmente la propria attività.

Si ricorda che al 30 settembre 2012 la raccolta complessiva della banca ammontava a 4.117 milioni di euro, in aumento del 6,4% (+247 milioni) rispetto a dicembre 2011. Il saldo netto interbancario era cresciuto nei primi nove mesi dello scorso anno di 239 milioni di euro (+53,1%) a -689 milioni di euro e il totale dei crediti verso le banche si era portato a 115 milioni (-5,7 rispetto a dicembre 2011) mentre il totale dei debiti ammontava a 804 milioni di euro (+40,6%), la cui componente prevalente era rappresentata dal debito verso le Banche centrali (+412 milioni di euro nel periodo).

Sempre al 30 settembre 2012 le sofferenze lorde e nette ammontavano rispettivamente a 264,2 milioni di euro (contro i 203,8 di dicembre 2011) e a 117,6 milioni (87,9 milioni precedenti). Esse, inoltre, rappresentavano l’8,4% e il 3,9% degli impieghi lordi e netti a clientela (7,4% e 3,4% a dicembre 2011).

La banca è stata tra l’altro nei mesi scorsi al centro di una controversia tra i due maggiori azionisti, la Spoleto credito servizi (51%) e Monte dei Paschi (26%). Come previsto dalla diffida inviata da Mps il gennaio scorso, la Spoleto credito servizi avrebbe dovuto acquistare o far acquistare da terzi le partecipazioni detenute dal Monte nella Popolare Spoleto e nella stessa Scs.

Questi erano gli obblighi a carico di Scs derivanti dalla disdetta, risalente allo scorso luglio, dell’accordo parasociale con Mps nel cda della Popolare di Spoleto. Il termine previsto per l’adempimento è scaduto ieri, dopo che a gennaio Scs aveva respinto un’offerta di acquisto avanzata da una cordata che avrebbe poi lanciato un’opa.

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